Accettabilità e adeguatezza di una traduzione

La strategia traduttiva tra accettabilità e adeguatezza: accontentare o scomodare il lettore?

Accettabilità o adeguatezza? Questa è la domanda  che si pone ogni traduttore prima di cominciare a tradurre un testo. Il primo step da compiere per  il traduttore è di mettersi innanzitutto nei panni del lettore. Deve cioè elaborare una strategia traduttiva. La sua mente inizierà ad affollarsi di domande: Voglio che il lettore capisca di avere a che fare con un testo tradotto? Ma se poi ci sono troppi elementi a lui estranei?

Accettabilità e adeguatezza

A seconda del tipo di testo, il traduttore deve essenzialmente decidere se adottare una strategia che vada incontro al lettore, presentandogli quindi un testo che assomiglia il più possibile ad un originale e dal quale non si evince che si tratta invece di una traduzione, oppure decidere di dare più importanza al testo e agli elementi culturali che lo caratterizzano, invitando quindi il lettore a compiere uno sforzo per poter comprendere a pieno la traduzione.

Questi due approcci alla traduzione sono stati oggetto di studio da parte di diversi linguisti, tra cui Anton Popovič, semiologo cecoslovacco. Popovič ha riassunto queste due diverse tipologie di strategia traduttiva sotto due principi fondamentali: accettabilità e adeguatezza.

Principio di accettabilità: quando la traduzione non sembra una traduzione

Per Popovič un testo è accettabile quando è “fatto su misura per il lettore”, quando è privo cioè di tutti quegli elementi a lui estranei, perché tipici della cultura del testo originale. Un testo accettabile sembra un originale pur essendo una traduzione, poiché privo di elementi estranei alla cultura ricevente.

Questo tipo di traduzione avrà sicuramente il vantaggio di essere più immediata e comprensibile, ma rischia di risultare piatta e poco interessante perché priva di quegli elementi che caratterizzano fortemente la cultura del testo originale.

Proviamo a fare un semplice esempio: se il protagonista del testo che devo tradurre trinkt Paulaner und isst Bratwurst potrei sicuramente dire che beve birra e mangia salsicce, semplice, facilmente comprensibile e immediato. Questa traduzione però non riesce a far arrivare al lettore l’elemento culturale del testo. Siamo in Baviera, dove la Paulaner è una delle birre più tipiche e i Bratwurst sono diversi dalle nostre salsicce.

Forse traducendo beve Paulaner e mangia Bratwurst qualche lettore potrebbe rimanere un po’ perplesso, non conoscendo la gastronomia tedesca, e chiedersi cosa stia leggendo. Ma è un rischio che un traduttore può decidere di correre se vuole che il lettore venga a conoscenza di una cultura diversa dalla sua.

Principio di adeguatezza: quando la traduzione ”scomoda” il lettore

Parliamo di traduzione adeguata quando il traduttore decide di “mettere alla prova” il lettore, conservando nella sua traduzione l’esoticità del testo originale.

Il suo scopo primario non è quello di dare vita a un testo immediato e facilmente comprensibile, ma quello di far conoscere al lettore una cultura diversa dalla sua. Rispetto a una traduzione accettabile, quella adeguata potrebbe contenere molte parole straniere legate ad esempio ad usi e costumi appartenenti alla cultura di partenza.

Il lettore è obbligato quindi a fare uno sforzo per comprendere il testo, che sarà ricco infatti di elementi a lui lontani e che non fanno parte della sua esperienza quotidiana. Il traduttore decide di far immergere il lettore in un mondo distante dal suo. Attenzione però, perché non tutti i lettori sono abili nuotatori!

A questo punto vi starete quindi chiedendo quale sia la strategia migliore. Purtroppo non sappiamo darvi una risposta universale. Entrambe le strategie possono essere vincenti a seconda del tipo di testo che ci si trova davanti. Se abbiamo a che fare con un testo informativo, nel quale le informazioni devono essere chiare e precise, è meglio optare per una traduzione accettabile e quindi subito riconoscibile dal lettore. Se invece ci troviamo davanti ad un testo letterario, allora perché non far arrivare a chi legge tutte le sfaccettature di una cultura diversa?

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