Il bravo interprete – Puntata 1

Competenze linguistiche, tecniche e specialistiche

Come il traduttore, anche l’interprete deve essere necessariamente bravo!

Ciò però non significa, come si pensa spesso, che l’interprete abbia in testa una sorta di computer e che basti premere dei pulsanti come su un ipotetico telecomando per farlo immediatamente switchare da una lingua all’altra. Non funziona proprio così…

Come si fa quindi a capire quando un interprete è davvero capace di fare bene il proprio lavoro?

La caratteristica primaria del bravo interprete è di avere un’assoluta padronanza delle lingue da e in cui traduce e una capacità interpretativa delle sfumature molto accurata. All’interprete spetta infatti il delicato compito di tradurre i significati attraverso un processo di transcreazione istantaneo e molto complicato.

Il secondo elemento è la tecnica. L’interprete deve essere multitasking, ossia deve saper ascoltare, memorizzare, tradurre e riprodurre in un’altra lingua un concetto in un lasso di tempo di ….10 secondi, altrimenti la memoria a breve termine, gli giocherà un brutto scherzo! Per mantenere un tale livello di concentrazione elevato quanto basta a eseguire il lavoro, bisogna padroneggiare la tecnica interpretativa ai massimi livelli.

Ecco perché soprattutto per la simultanea gli interpreti lavorano sempre in coppia, alternandosi continuamente.

Il terzo elemento è la specializzazione. Non bisogna cadere nell’errore di credere che l’interprete sia una persona onnisciente, che sa tutto di qualsiasi argomento. Di sicuro, più sono gli anni di lavoro (e le ore passate in cabina… i simultaneisti lo sanno bene!), maggiore è la capacità di saper affrontare con successo qualsiasi tipo di contesto e di argomento. Inoltre, ogni interprete è specializzato in uno o più ambiti che conosce perfettamente e in cui è in grado di comunicare i contenuti nella lingua di arrivo con maggiore scioltezza e semplicità. Conoscere i settori di specializzazione dei singoli interpreti agevola anche il compito dell’agenzia al momento di gestire una richiesta da parte di un cliente.

Come si classifica un interprete

Ricapitoliamo brevemente le categorie di interpretariato, cosa che ci permette di trarre alcune conclusioni utili. In pratica le categorie principali di interpreti sono 4 e non tutti gli interpreti fanno tutto: dipende appunto dalla tecnica da loro acquisita, come detto poco prima.

a) Interprete simultaneista

I simultaneisti lavorano con cuffia e microfono all’interno di una cabina isolata acusticamente e traducono un discorso istantaneamente. Sono loro quelli più toccati dalla competenza tecnica e che si affidano a metodologie specifiche di memorizzazione e rielaborazione dei contenuti da riprodurre anche con l’ausilio di computer, stenografia e tecniche varie.

Ciò che spesso non si sa è che i simultaneisti lavorano in coppia; i due interpreti, infatti, si alternano in genere nella traduzione ad intervalli regolari di non più trenta minuti a testa. Questo serve a non affaticarsi troppo e subire conseguenti cali di concentrazione e, inoltre, l’essere in due permette il gioco di squadra: in caso di necessità, mentre uno traduce, l’altro può compilare rapidamente un glossario specifico che consenta ad entrambi di acquisire rapidamente la conoscenza della micro lingua specifica della conferenza. Per questo la collaborazione tra i due interpreti in cabina è fondamentale!

b) Interprete di consecutiva

Come i simultaneisti, gli interpreti di consecutiva operano all’interno di conferenze, ma con un numero ristretto di partecipanti, ad esempio le conferenze stampa. Il compito dell’interprete è di stare accanto all’oratore, prendere appunti e tradurre successivamente il discorso riportando fedelmente le parole utilizzate.

L’interprete di consecutiva non ha bisogno di impianti o supporti tecnici, ma ci sono tre cose a cui non può assolutamente rinunciare: fogli, penne e buona memoria! Per aiutare la memoria, infatti, vengono in aiuto gli appunti presi durante il discorso, ma questi devono necessariamente essere brevi, ricchi di elementi fondamentali, così come di abbreviazioni e simboli. Serve peraltro una particolare tecnica di scrittura in verticale, in cui ogni elemento della frase è su un piano diverso diventando così facilmente riconoscibile quando bisogna ricostruire il discorso. Ultima cosa, ma non meno importante è la capacità di parlare in pubblico, che richiede tecniche specifiche per il controllo della voce, la gestualità e la gestione dello stress.

c) Interprete di chuchotage

L’interprete di chuchotage (traduzione sussurrata) opera direttamente a stretto contatto con l’ascoltatore in situazioni, quindi, one-to-one, sussurrando all’orecchio la traduzione, senza particolari supporti tecnici.

È richiesta per eventi e appuntamenti di carattere “business”, quali trasmissioni televisive, consigli di amministrazione, presentazioni di prodotti o strategie aziendali, conferenze e conferenze stampa, quando il tutto si svolge in una lingua e magari è presente un solo ospite o relatore straniero.

d) Interprete di trattativa

Anche l’interprete di trattativa opera senza utilizzare cuffie o impianti di amplificazione, in situazioni informali, ad esempio piccoli gruppi di lavoro o in aula, per trattative d’affari oppure durante incontri di traduzione one-to-one con fornitori o clienti, in occasione di visite a fiere, o addirittura nell’affiancamento del personal shopping. Non avendo glossari alla mano, bisogna avere una profonda conoscenza dell’argomento di cui si sta parlando perché ci si interfaccia in diretta con gli interlocutori.

Nel prossimo articolo aggiungeremo una serie di altri elementi che permettono all’interprete di gestire meglio quello che tutti noi operatori del settore consideriamo uno dei lavori più belli e stimolanti del mondo!

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