La traduzione in Inglese di post per blog: semplice ma non semplicistica

Ormai non è più un semplice optional: la cosiddetta comunicazione “digital e social” è il punto di partenza per creare un dialogo con la propria base di utenti affezionati o di clienti potenziali.
E lo confermiamo anche noi di Opitrad: la traduzione in Inglese di post per blog eseguita in modo professionale è molto aumentata negli ultimi anni e ormai affianca stabilmente la localizzazione dei contenuti per un sito web, che continua a essere comunque il grande classico degli incarichi per i traduttori attivi nel panorama digitale.

Non tutti però sanno che comunicare (e quindi nel nostro caso tradurre) in ambito digitale richiede attitudini diverse rispetto al mondo cartaceo, per forza di cose più incline a muoversi su binari standard. Ogni buon traduttore di testi per blog, invece, sa che le sue parole e le sue scelte sintattiche non possono andare contro i tempi di lettura assai rapidi del web: una buona traduzione di testi per blog in inglese, quindi, dovrà essere innanzitutto leggera, pur restando informativa. Volendo abbozzare uno slogan: semplice ma non semplicistica. Vediamo insieme perché.

Come impostare la traduzione in Inglese di post per blog

Se le traduzioni in inglese di post per i blog devono essere semplici, meno semplice è invece impostarle. Per fare questo dobbiamo innanzitutto “chiedere licenza” a chi ha preparato il testo originale e tenere presenti alcune cautele. Ecco tre consigli per ottimizzare e impostare la traduzione in Inglese di post per blog in modo che il testo risulti di facile fruizione:

  1. Elencare
    Il vostro cliente ha tutto il diritto di fornirvi i testi redatti nel modo che crede, ma anche voi avete il diritto di ricordargli qual è il comportamento di lettura più diffuso su Internet: ridotto, spezzettato, non per forza consequenziale, articolato in piccoli blocchi facilmente leggibili (possibilmente numerati) e memorizzabili. Insomma: non il classico “muro di testo” a cui ci ha abituati la burocrazia.
  2. Coinvolgere
    Un anglosassone avrebbe detto call to action, ovvero esortare a compiere un’azione. Noi italiani abbiamo l’abitudine di fare tanti preamboli, ma nei blogpost “all’inglese” è meglio limitare certi fronzoli. Facciamo un esempio concreto: “All’interno della nostra eccellente cantina potrete gustare il magnifico vino XyZ” potrebbe tranquillamente diventare Taste the unique XyZ in our exclusive tasting room, con il verbo che spicca all’inizio senza nascondersi nella seconda parte della frase.
  3. Strutturare
    Verificare la strategia SEO con il cliente e attenersi ad essa nel ricreare il testo in inglese, ricercando le ricorrenze più utilizzate che non sempre hanno la stessa struttura nelle due lingue, ad esempio in italiano si usa un nome e in inglese un verbo.

Traduzione in Inglese di post per blog: l’esperienza Opitrad

L’elenco che abbiamo appena visto omette però un ingrediente che dovrebbe essere scontato: la trasmissione di un’esperienza personale. Se il post non “racconta” qualcosa che è successo nell’ambito dell’azienda, o intorno al suo prodotto, o a partire dai suoi collaboratori… perché mai scomodare Internet? È davvero utile aprire un blog e trasformarlo nel “doppione” dei nostri comunicati stampa?

Ecco perché qui in Opitrad diciamo sempre che le traduzioni di siti internet e tutti i loro corollari come appunto gli articoli del blog devono essere immediate, efficaci e semplici…ma non semplicistiche!

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