Perché preparare un glossario sul vino per le traduzioni?

Perché preparare un glossario sul vino? La risposta è semplice: per tradurre meglio. Ma la spiegazione è un po’ più articolata: un glossario sul vino aiuta anche il cliente a comunicare i propri contenuti nell’ambito food and beverage quando deve inviare una semplice email ad un cliente o ad un fornitore. Se infatti ogni traduttore sviluppa nel corso degli anni l’abitudine di costruirsi dei piccoli “glossarietti settoriali”, non è detto invece che aziende e committenti approfittino della medesima opportunità: a volte bastano tre-quattro parole ben utilizzate per distinguere se la persona che sta comunicando i nostri contenuti è un professionista versato in materia o un amatore alle prime armi.

Quali termini bisognerà tenere d’occhio? Vediamo insieme una piccola selezione di parole-chiave, equamente suddivise tra vocaboli merceologici ed espressioni più frequenti nell’import-export dei vini, per esempio.

Esempio di mini-glossario sul vino per tradurre meglio

Ecco un esempio di glossario sul vino ottimizzato su argomenti prettamente gastronomici e di tipo commerciale:

  1. Prima i fondamentali: dovete dire per forza sempre wine?
    Assolutamente no. Ogni volta che descriverete il vostro metodo di produzione, sarete autorizzati   a guardarvi indietro e a descrivere tutti i passaggi che precedono il vino: da grapes, ovvero uve a wort che significa mosto.
  2. Metodo di vinificazione: come segnalare che è moderno restando rispettosi della tradizione?
    Provate a evitare pseudo-vocaboli come futuristic invece privilegiate parole più morbide e amichevoli, dicendo ad esempio che le vostre tecniche sono cutting-edge techniques.
  3. Quanti vini commercializzate?
    Se non siete monoprodotto, ma avete un buon carnet a vostra disposizione… evitate di far     correre la penna scrivendo che avete una selection di vini. Parlate piuttosto di portfolio: come espressione, è più elegante e al contempo ricca.
  4. Dettagli: come farli percepire?
    Questione annosa ma non impossibile. Se il vino ha delle note, delle punte, insomma tutti      quegli impercettibili particolari che lo rendono accostabile a pietanze e (perché no) stagioni, provate a scrivere che è scented (es. berry scented)… e sarete già a buon punto.
  5. Prezzi: come specificare che siete esportatori “a prezzo sostenibile”?
    Potete ad esempio dire che tendete a ridurre l’impatto delle fluttuazioni valutarie. Quindi      potete scrivere che il vostro programma di esportazioni si impegna a minimize currency fluctuations.
  6. Spedizioni: come vengono effettuate?
    Segnalate sempre se il vostro carico arriva sotto forma di container (container loads) e quale mezzo di trasporto usate. Tipicamente, per le spedizioni transoceaniche e internazionali, il mezzo di trasporto sarà quasi certamente l’aereo e quindi scrivete che effettuate airfreight shipments nelle regioni del mondo che poi andrete a specificare.
  7. Ancora sulle spedizioni: perché non ribadire che fate spedizioni rapide?
    In tal caso scrivete così: quick delivery.
  8. Vendita: a quale pubblico?
    Se la vostra azienda commercializza sia per grossisti sia per il canale di vendita al dettaglio, potete comunicare che le vostre vendite sono sia wholesale to wholesale sia wholesale to retail.

Glossari specifici: l’esperienza Opitrad

Quando un’azienda traduce o commissiona una traduzione in qualsiasi ambito merceologico particolare, sta trasmettendo una “microlingua”: un particolare insieme di parole ed espressioni che vanno a connotare quello specifico ambito di mercato.

Noi di Opitrad impostiamo le traduzioni, ma soprattutto anche i calendari per gli incarichi progressivi, prevedendo sempre la costruzione di glossari specifici che di volta in volta andiamo ad aggiornare. Solo così possiamo garantire traduzioni specifiche e di qualità. Le traduzioni vitivinicole e le traduzioni per il vino in inglese esemplificano questo nostro approccio e speriamo che voi ne apprezziate lo… spirito 🙂

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